riparare

Non è di moda, non lo fa più quasi nessuno, dalle scarpe ai rapporti. Funziona o non funziona e buttare è un gesto distratto, una piccola parabola in discesa che attraversa clandestina la coda dell’occhio intanto che facciamo il caffè. E che non si veda dove finisce. È fastidio intollerabile la Geenna cittadina dei rifiuti

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sedurre

Eppure c’è del buono nel seduttore. C’è la vita dentro il suo desiderio bulimico dell’altro, delle altre, uomini e donne non importa, processioni stregate dalla promessa del mercante, d’amore, di parole. Il suo potere è nelle parole. Un incanto. Sempre quelle giuste, mai barocche, esagerate eccessive, retoriche. No no. Sempre sull’orlo di quel traboccare oltre

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attendere

È un ponte, l’attesa. Si crede che oltre, dopo, ci sia qualcosa, anche se può capitare di non veder bene. Ma c’è un passo da fare e lo facciamo, a volte sull’impronta segnata da un altro. C’è un desiderio che mi porta e diventa movimento e se il procedere è senza traccia alcuna capita di

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ammiccare

Purché il male non si veda. Disposti a tutto. A chiamarlo normale: normale ostentare la ricchezza, normale esibire potere, parole e persone, normale prevaricare, farsi raccomandare, tradire per poter luccicare un momento in tv, sul podio, sul palco, della fiera di paese. E poi negare: la malattia segregata o esibita, e l’età che naturalmente cammina,

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