crepe

La terra a volte si apre istantanea. Se capita è un dramma. Esce il fuoco, sprofonda il mondo e porta con sé anime sorprese, impreparate all’improvviso eterno andare. I crepacci danno meno allarmi, son lì da tanto, si possono addirittura guardare, ma bisogna che qualcuno ce li abbia insegnati. Poi si può camminare. Insieme o

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pazzi

C’è stato un tempo in cui i pazzi eran tutti indemoniati. Un bel massimalismo che ci semplificava, un piccolo esorcismo e qualche volta funzionava. Adesso graziealcielo abbiamo studiato e fra una riga e l’altra del giornale che ci porta il nostro male, troviamo tante definizioni, che sono anche assoluzioni: c’è chi ha violentato, ma era

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angeli

L’esser di moda li ha turbati. Tirati ora di qua e ora di là, quasi spiumati come margherite a cui si chiede mi ama o mi amerà. Tutto il chiasso che si fa quaggiù, chissà se li ha distratti un po’ da chi li ha voluti, lassù. Voce di cura, che non si lascia certo

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nomi

Nessun nome nostro è solo nostro. Alcuni nomi portano naturalmente e con grazia la memoria di un nonno, a volte uno stormo intero di antenati, e insieme l’eredità di un corpo che è stato: gli occhi blu malandrino di un bisavolo, le dita eleganti di un nonno, il ciuffo ostinato di uno zio. Altri nomi

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