Ai bambini piacciono, e c’è il buon motivo. Vivere il mondo dal basso ha i suoi pericoli e a poche spanne dal pavimento il muoversi sicuro di chi intanto è grande e briga, con l’indifferenza di chi crede di ben sapere il proprio potere, suscita un corteo di sentimenti incerti. Tutti confusi nella mente piccina e se la paura di non valere è potente, le spalle al muro permettono almeno il sognare, che ci porta a volteggiare, sopra i grandi che non ci vedono, punto nero in fondo all’occhio loro, alto volare nel nostro cielo per noi.
Però si deve conoscere il giorno del nostro solenne entrare nella vita intera, agile muoversi nel centro degli affetti, chiamati, voluti, cercati quando ci siamo nascosti, e persi, perdonati, abbracciati, addormentati, sfiniti di corse e di paure, visti alla fine e al principio visti, ci siamo, grazie al cielo, a voi, a tutti noi, per tutti ci siamo e ora giustamente austere angoliere hanno preso il nostro posto, con il corredo ben posato di foto autorizzate, che raccontano la nostra vita intera. Fuori, al centro della stanza e altrove.
Questo ci dice l’amico che si china:
«Dall’angolo si può partire, e ogni tanto ci puoi ritornare, ma in mezzo alla vita bisogna andare».
Avvenire, 9 giugno 2012