Capita di tutto al mondo. Si deve ben decidere ogni giorno cosa evidenziare. Non si può fissare ogni stormir di foglia. I ragazzi a scuola lo sanno: imparato da soli o addirittura insegnato. Prendono il testo nella sua uniforme linda omogeneità ed evidenziano in giallo quel che è essenziale, in rosa quel che è accessorio, in rosso le date da mandare a memoria.
Bianco è l’inutile.
Vale a dire lo scorrere del tempo fra un evento e l’altro, il ragionare di cause ed effetti, il filo sottile delle parentele letterarie e familiari, che fan diventare quel che siamo, noi e i grandi che studiamo. E poi la vita materiale, le divagazioni sul mutare dei costumi, e della poetica, le colture, le case, il cibo, il lavoro, il posto delle donne. Tutto bianco, si può saltare. Un poco si salva il gossip, colorato di rosa-accessorio e a volte anche con gusto: le petit Lever du Roi, gli amori infelici dei poeti. Qualcosa su cui sospirare.
Così nella vita nostra.
Ad essere distratti, ci si trova già belli sottolineati. Senza nessuna storia, che ingombra la memoria. Solo effetti, perché le cause non sono da studiare, basta il gesto “che mi viene”, la parola del momento.
La bellezza di pagine non sottolineate, libri da poter prestare, e anche regalare.
Avvenire, 6 giugno 2012
Nessun commento