stupore

Certo che il «farsi meraviglia» è un bel modo di passare i giorni. Io qua e loro là. Le spalle appoggiate a un angolo alto. Ben difesa, al sicuro come sul trono di un giudice, l’anima sigillata che si basta del suo custodirsi, che non si è persa mai perché non ha mai conosciuto il

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rancore

Senza. Senza l’ossessione: lui mi ha fatto, lei mi ha detto. Per denaro, invidia, potere, indifferenza, malvagità, pura malvagità. Pensiero preminente, su tutto, che mi precede, accompagna, segue. Ombra densa, collosa, che annoda i sentimenti. Irrecuperabile attesa di poter restituire il colpo. Nitido colpo. Ricordo solitario, rimasto lucente nel cinerino del tempo intanto andato. Senza

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commozione

Si commuove il corpo. A sorpresa, prima che l’opportunità, la ragionevolezza, la buona educazione, la paura, la fretta, il decoro, la dignità, l’egoismo possano alzare il muro. Si commuove a tradimento, nello spazio confuso fra un istante distratto e un altro. Certo, è uno sconcio commuoversi. Il corpo è così scomposto se ci prende a

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