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Quel che ci tiene vivi

il nuovo romanzo

Aiutare le famiglie che non funzionano: questo è l’obiettivo del giovane protagonista, un avvocato
con un passato doloroso, difficile da dimenticare ma anche da ricordare.
E, in qualche modo, quello è lo scopo anche di sua moglie Bianca, la psicoanalista a cui si è rivolto all’inizio della carriera proprio per rimettere insieme i pezzi della sua infanzia.
Non sembravano compatibili – lei credente, esile, vegetariana e raffinata, lui materialista e disilluso, sovrappeso, cresciuto solo e in povertà – eppure al posto di un’analisi è nato un amore.
Forse perché parlano la stessa lingua, quella che condivide soltanto chi è sopravvissuto a un trauma incancellabile, ma che ha anche il coraggio di resistere e andare avanti.
Forse perché entrambi hanno bisogno di provare ad aggiustare il mondo.
È questo che spinge l’avvocato a entrare e uscire dai tribunali con furiosa determinazione, per dare una possibilità alle persone che, come era accaduto a lui, «non vengono viste».
Una sera d’inverno incontra un bambino solo, infreddolito, che parla con curiosa saggezza.
Un bambino che sparisce e sembra non ricomparire più. Un bambino che gli ricorda sé stesso.
E quando scopre chi è, la sua missione diventa un’ossessione: dovrà riuscire a salvarlo.

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Il mito perverso del successo

(su laRepubblica, 30 marzo 2023) Nessun bambino nasce con l’ansia addosso, e nessun genitore sano di mente opera per far crescere un figlio inquieto e teso e non esiste una sola seria teoria pedagogica e didattica che contempli il sistematico utilizzo del timore come strumento di apprendimento. Anche se qua e là si è letto,

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Speranza, parola che salva

Che cosa possiamo fare? Ce lo stiamo chiedendo con struggimento in questi mesi di guerra. Ce lo chiediamo da esseri umani, uomini e donne di buona volontà, e da cristiani che camminano nella fede di un amore che li precede, sempre, anche quando rimangono indietro e lo perdono di vista. La verità è che siamo sorpresi,

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Creazione e caduta

È una rilettura che arriva, ancora, portata dalla tempesta inimmaginabile della guerra. La guerra! In un Occidente carico di consapevolezze, di diritti affermati, di esperienze di guerra devastanti in mille modi elaborate attraverso lo studio, la narrativa, il cinema – ogni arte si è impegnata a raccontare la impresentabilità umana della guerra –. E siamo ancora in

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